Non voglio volare.
Calpestare, voglio, la terra
bagnata dalle stagioni,
dai fiumi in piena:
gelidi respiri
che trasportano memorie,
foglie d’autunno,
tronchi del tempo
che narrano storie.
Sprofondare vorrei
nei campi intrisi di piogge,
lentamente coprirmi con gli odori
del terriccio appena arato
e abbandonarmi, così, a quel sentire d’appartenenza,
la mia metà che sposa il suolo.
Non voglio volare.
Sentire i grumi sotto i piedi nudi
che si sfaldano al mio passo
e le pietre accaldate a mezzogiorno,
roventi come l’amore che ti ho donato,
e i fugaci respiri dei cervi nel bosco,
e la nebbia che lamenta
leggende del Piemonte,
e questa neve che, seppur soffice,
dal sogno mi desta
e mi fa tornare bambina.
Non voglio volare.
Le ali sono l’altra parte di me,
d’eterno.
Calpestare, voglio, la terra
bagnata dalle stagioni,
dai fiumi in piena:
gelidi respiri
che trasportano memorie,
foglie d’autunno,
tronchi del tempo
che narrano storie.
Sprofondare vorrei
nei campi intrisi di piogge,
lentamente coprirmi con gli odori
del terriccio appena arato
e abbandonarmi, così, a quel sentire d’appartenenza,
la mia metà che sposa il suolo.
Non voglio volare.
Sentire i grumi sotto i piedi nudi
che si sfaldano al mio passo
e le pietre accaldate a mezzogiorno,
roventi come l’amore che ti ho donato,
e i fugaci respiri dei cervi nel bosco,
e la nebbia che lamenta
leggende del Piemonte,
e questa neve che, seppur soffice,
dal sogno mi desta
e mi fa tornare bambina.
Non voglio volare.
Le ali sono l’altra parte di me,
d’eterno.
(Nadezhda Slavova)
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